AGRICOLTURA TRADIZIONALE, BIOLOGICA E BIODINAMICA

Riccardo, un ragazzo laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie a Padova e in procinto di terminare la specializzazione in fitopatologia ci spiega la differenza tra biologico, biodinamico e tradizionale.

L’agricoltura biologica è un metodo agricolo volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali riportando in auge metodi antichi di coltivazione considerati più sostenibili. Ciò è veritiero ma la produzione non è così redditizia da riuscire a soddisfare il fabbisogno di un’intera popolazione. Infatti nel passato, le persone dovevano sopravvivere a lunghi periodi di carestia e alcune morivano di fame.

Il sistema di difesa integrata su cui si basa la coltivazione tradizionale garantisce, attraverso ricerca e innovazione, cibo per tutti e salvaguardia dell’ambiente. Per “sistema di difesa integrata” si identifica una pratica di difesa delle colture che prevede l’uso ridotto di fitofarmaci poco o per niente tossici per l’uomo, per gli insetti buoni, per il terreno e per l’aria, la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni, l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti e l’uso della rotazione colturale.

I prodotti biologici non sono esenti da sostanze tossiche anzi la quantità utilizzata è superiore a quella impiegata in agricoltura tradizionale perché i prodotti non di sintesi hanno efficacia ridotta. L’utilizzo di rame e zolfo come fungicidi/acaricidi ne è un esempio. I campi agricoli protetti dal rame richiedono più trattamenti con conseguente inquinamento del terreno da metalli pesanti (il rame è un metallo pesante).

I prodotti convenzionali sono più efficaci e possono dunque essere utilizzati in dosi inferiori e in un numero di trattamenti più basso.

Non esistono studi a dimostrazione di una qualità maggiore in termini di nutrienti dei prodotti biologici rispetto a quelli dell’agricoltura tradizionale.

Riccardo non è del tutto contrario alla produzione biologica perché crede che può esistere un mercato biologico buono ma crede anche che le grandi aziende si siano approfittate di un marchio perdendo di vista l’importanza della qualità alimentare e della sostenibilità ambientale, mettendo in cattiva luce chi lavora in modo convenzionale ma che ha a cuore questi principi. Al di là dell’uso di sostanze potenzialmente dannose e della furbizia di certe aziende, mi permetto di aggiungere che una merendina confezionata è un prodotto industriale a prescindere che si usino materie prime biologiche o meno.

Infine la produzione biodinamica nasce dalla filosofia antroposofica che è una pseudoscienza fondata nel 1924 da Rudolf Steiner. Questo tipo di coltivazione è simile a quella biologica ma con tratti magici ed esoterici che portano la comunità scientifica a dubitare di questo metodo.

Riccardo conclude dicendo che lo sviluppo di nuove tecniche agricole spaventano l’uomo per le implicazioni sconosciute a cui esse possono portare mentre il passato offre la finta convinzione di possedere delle certezze. Un prodotto di sintesi può essere pericoloso se utilizzato male così come un prodotto naturale. Come in ogni campo, anche in agricoltura è importante incoraggiare l’innovazione che nasce dalla ricerca scientifica.

Il consiglio che mi sento di darvi è di non acquistare un prodotto sulla base di una certificazione ma piuttosto sulla conoscenza di chi ve lo vende.