LE RIPERCUSSIONI DEI DISTURBI DEL SONNO SULLE ABITUDINI ALIMENTARI E SULL’UMORE

11 Jul 2020 no comments isabella Categories Articoli

“Mi sveglio alle due di notte per andare in bagno e mi assale quella sensazione di vuoto allo stomaco. Fino a quando non mangio qualcosa non riesco ad addormentarmi. Vado a frugare negli armadietti della cucina e mangio. Ieri ho bevuto un bicchiere di latte e ho inzuppato quattro biscotti e mi sono sentita meglio. Infatti sono tornata a letto e mi sono subito addormentata. Un conforto che, ahimè, è durato molto poco perché mi sono svegliata al mattino sentendomi stanca e senza appetito.”

Questa è la testimonianza di Raffaella, una mia paziente che si è rivolta a me per perdere peso. Raffaella non è la sola, molte persone soffrono di disturbi del sonno spesso sottovalutati non solo da chi ne è colpito ma anche dagli specialisti stessi.

I disturbi del sonno occupano il terzo posto tra le minacce per la salute dopo il fumo e il sovrappeso.

Quando una persona non dorme di notte, nascono disordini ormonali che influiscono sull’umore e sull’appetito: aumenta la grelina, diminuisce la leptina e si inibisce la liberazione della serotonina. La grelina è un ormone oressizzante cioè aumenta la ricerca e l’assunzione di cibo e diminuisce il consumo di energia. Al contrario, la leptina diminuisce il senso della fame e aumenta la spesa energetica. Questa alterazione provoca una diminuzione del senso di sazietà e un aumento del senso di fame con conseguente insorgenza di disordini metabolici e alimentari.

I disordini metabolici che possono nascere nelle persone che soffrono di disturbi del sonno sono lo stress ossidativo, l’insulino-resistenza, l’infiammazione organica, l’obesità, la sindrome metabolica, l’ipertensione, l’aterosclerosi e le malattie cardiovascolari.

I disordini alimentari sono il BED (Binge Eating Disorder) e la NES (Night Eating Syndrome) e ultimo ma non meno importante l’incremento del consumo di alimenti ad elevata densità energetica e scarso valore nutrizionale per rimanere più vigilanti.

Il Binge Eating Disorder indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto si sta mangiando. Queste crisi iperfagiche compulsive sono accompagnate da un forte disagio psicologico e seguite da senso di colpa e vergogna.

La Night Eating Syndrome porta ad alimentarsi scarsamente a colazione e a pranzo, fare una cena normale ma poi mangiare abbondantemente e in modo compulsivo, mediante ripetute abbuffate nel periodo serale ed in quello notturno.

L’inadeguata qualità e durata del sonno influenzano anche l’umore. La serotonina che ho citato prima, è nota come “l’ormone del buonumore”. Una persona assonnata è più irritabile e questo può influire con la vita sociale e familiare del soggetto stesso, ma possono nascere disturbi maggiori quali ansia, disturbi della personalità, depressione e deficit di memoria e concentrazione.

Ho chiesto l’aiuto della Dott.ssa Valentina Roberto Lombardi, una psicologa che si occupa di psicologia clinica e della salute, con cui collaboro, per parlarvi degli effetti psicologici che la privazione di sonno comporta e le strategie psicologiche che si possono utilizzare per liberarsi di questo disturbo.

Lascio a lei la parola.

Innanzitutto, chiariamo cosa s’intende quando si parla di “disturbi del sonno”.

Per “disturbi del sonno” si intendono dei disturbi che provocano alterazioni sul ritmo sonno-veglia dell’individuo e pertanto sia sul tempo che sulla qualità del sonno e ciò comporta una compromissione delle attività quotidiane effettuate dalla persona.

I disturbi del sonno si manifestano nel 35-41% della popolazione.

Secondo il DSM5, un manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, questi ultimi si dividono in: il disturbo di insonnia, il disturbo da ipersonnolenza, la narcolessia, i disturbi del sonno correlati alla respirazione, i disturbi dell’arousal del sonno REM e la sindrome da gambe senza riposo e il disturbo del sonno indotto da sostanze/farmaci (DSM 5, 2014).

Ad oggi, l’insonnia risulta essere il disturbo del sonno più diffuso.

Ma quando possiamo dire che è un disagio significativo?

Quando l’alterazione del sonno è tale per cui vi è la compromissione delle normali abitudini di vita e si verifica almeno tre volte a settimana per una durata di almeno tre mesi e non è attribuibile agli effetti di una sostanza (DSM 5, 2014).

L’insonnia, nonostante presenta dei sintomi nelle ore notturne apporta dei deficit anche nelle ore diurne tra cui: affaticamento, ansia e disturbi dell’umore (Shekelton et al., Sleep Med Rev 2010). Ma anche preoccupazioni relative al sonno, senso generale di malessere spesso associato ad un tono dell’umore alterato in particolare alla depressione o all’irritabilità, minore capacità di concentrazione con conseguenze sul funzionamento lavorativo e sociale, sintomi fisici, quali mal di testa, stati tensivi, sintomi gastrointestinale, formicolii (DSM 5, 2014).

Per questi motivi la maggior parte degli individui con disturbi del sonno possono avere maggior rischio riguardo ad incidenti sul lavoro e stradali, oltre a un rischio di sviluppare patologie cardiocircolatorie, somatiche e psichiatriche.

A fronte di queste difficoltà e rischi citati qui sopra e per avere una qualità di vita migliore è importante prevenire i disturbi del sonno con alcune strategie e/o tecniche di rilassamento.

Per prevenire il disturbo dell’insonnia si possono considerare alcune buone abitudini come ad esempio, evitare pasti abbondanti in prossimità dell’ora di andare a letto, per evitare problemi di digestione; dormire in un letto comodo, in una camera protetta senza rumori, ad una temperatura ambientale idonea; effettuare pasti ad orari regolari; non fumare e non bere bevande con potere eccitante o alcolici prima di coricarsi; fare con regolarità un’attività fisica durante il giorno e non fare “pisolini” durante il giorno.

Oltre a queste indicazioni si può fare affidamento sulle tecniche di rilassamento come quella del Training Autogeno (T.A.), la quale una volta appresa è utilizzabile a casa in autonomia. Per apprendere questa tecnica, tuttavia è fondamentale avere le indicazioni di un professionista che la possa insegnare.

Questa metodologia, se praticata con costanza, facilita l’addormentamento, previene i risvegli notturni aumentando la qualità del sonno.

Per chi fosse interessato all’apprendimento di questa tecnica, o anche per avere informazioni, può contattarmi al 371-3709164 oppure alla casella mail robertolombardivalentina.psi@gmail.com

Per maggiori informazioni sulla tecnica puoi cliccare qui sotto:

https://psicologo-roveretoetrento.com/training-autogeno/

Dott.ssa Valentina Roberto Lombrdi – Psicologa

corso Rosmini, 76 Rovereto