BAMBINO CHE NON MANGIA: COME STIMOLARLO

22 Jan 2020 no comments isabella Categories ArticoliTags

Ci sono molte domande alle quali i genitori non sanno dare una risposta. Quante volte capita di chiedersi se il bambino mangia abbastanza, per quale motivo rifiuta alcune pietanze, quale atteggiamento adottare in caso di rifiuto, come deve essere strutturato il pasto. Questi rappresentano solo alcuni dei molti quesiti di una lunga lista.
Ho deciso di scrivere qualche consiglio utile che possa anche essere uno spunto di riflessione. Infatti l’analisi del proprio comportamento è il presupposto fondamentale della lettura. Non soffermatevi a giudicare questi suggerimenti come risaputi, ma cercate di analizzare il vostro atteggiamento nei confronti del cibo e dei vostri bambini. Quindi le domande da porsi non sono quelle sopra elencate ma ad esempio “Come mi comporto davanti ad un rifiuto?”, “Quante volte offro cibo pronto per mancanza di tempo?”, “Ma io la verdura la mangio sempre?”, “Quanti fuori pasto offro al bambino pur di non sentire lamentele?”.

La famiglia. Il bambino mangia ciò che i membri della famiglia consumano. Esso tende a respingere il cibo che non conosce e quindi a sviluppare una preferenza verso quello che gli viene abitualmente proposto. È inevitabile che se la proposta è limitata, il bambino sviluppa un atteggiamento selettivo. Il tempo ridotto passato in cucina ha determinato la preparazione di piatti veloci che, nella maggior parte delle famiglie, si è tradotto con l’utilizzo di cibo già pronto. Queste pietanze sono così saporite che inevitabilmente portano il bambino a rifiutare i sapori più delicati. Anche la selettività dei membri della famiglia influisce. Se anche uno solo rifiuta un alimento anche il bambino farà lo stesso.

Le consistenze. Ricordo ancora quando da bambina mangiavo il minestrone. Lo accettavo solo se passato in crema e non a pezzi. Il bambino preferisce consistenze solide probabilmente perché riconosce in esse un piatto più saziante.

Gli abbinamenti. Solitamente la verdura è l’alimento più difficile da proporre ad un bambino. Però se si accompagna ad un altro alimento, è più facile che il bambino l’accetti. Mi vengono in mente le verdure al forno, perché non renderle più saporite con un cucchiaio di parmigiano e qualche pinolo a fine cottura? Conoscete l’insalata di finocchio con le arance? Si taglia finemente il finocchio e si condisce con un pizzico di sale, olio e pezzi di arancia. È un abbinamento utilizzato nel sud Italia ed è molto gradito dai bambini perché l’arancia rende il piatto leggermente dolce.

Il taglio. Ognuno possiede una predilezione diversa verso i tagli del cibo: i bocconcini di carne piuttosto che la fettina ai ferri, l’hamburger di pesce piuttosto che il filetto, la frutta tagliata sottile piuttosto che intera ecc. I bambini sono piuttosto pigri, è facile che mangino più volentieri alimenti già tagliati.

Il buffet. È stato dimostrato che l’indipendenza a tavola per cui il bambino sceglie in modo autonomo da una serie di proposte facilita il consumo di un pasto vario.

La preparazione. Cucinare insieme al bambino lo stimola a mangiare più volentieri e ad apprezzare maggiormente il pasto. Questo probabilmente perché si sente soddisfatto del suo operato ed è incuriosito dal risultato.

Mai costrizione. Bisogna porsi in modo positivo nei confronti dell’atteggiamento del bambino sul piatto. Forzare il bambino a terminare il pasto è sbagliato. L’imposizione crea un rifiuto ancora più deciso perché la negazione si manifesterà tutte le volte che l’alimento verrà riproposto.
Spiegare in modo semplice e pacato perché è importante consumare un piatto è il metodo più efficace per convincere il bambino. Ad esempio “Perché non provi a mangiarne le carote? Lo sai che aiutano a vedere meglio anche di notte?”. Ci sono bambini che, nonostante gli sforzi, continuano ad opporsi. In questo caso si lascia perdere e si toglie il piatto. Qualora, dopo poco tempo il bambino chiedesse qualcosa da mangiare, gli si propone uno spuntino sano come ad esempio uno yogurt bianco con la frutta a pezzi o una fetta di pane con dei pomodorini. Se il bambino rifiuta tassativamente un alimento è assolutamente scorretto eliminarlo dalla sua alimentazione, è invece giusto riproporlo più volte cucinato in modo differente.

Il piatto. La presentazione del piatto è utile per agevolare l’assaggio. Dovete essere bravi a modificare le ricette classiche con un pizzico di fantasia per comporre piatti piacevoli anche alla vista (spiedini di frutta, torte salate, verdure tagliate a spaghetti, rotoli di carne ripiena ecc.).

I fuori pasto. Non è necessario assecondare sempre il bambino per renderlo felice. Questo è il classico comportamento dei nonni, che a volte, si ritrova anche nei genitori molto permissivi. I fuori pasto non devono essere vietati, ma non devono neppure diventare la regola poiché se essi sono eccessivi i bambini iniziano a rifiutare i pasti: sono già sazi prima del pasto o lo evitano per lasciare spazio a cibi più gustosi.